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Coisp-Fiorentini, il giudice si riserva sulla diffamazione

Schermata 2014-03-07 alle 11.16.53Coisp-Fiorentini, il giudice si riserva sulla diffamazione

Il pm: “Parlare di crudeltà umana dell’azione del sindacato poggia su un dato incontrovertibile”

Il giudice Silvia Marini si esprimerà a giorni sull’esito dell’udienza che vede opposti il Coisp e Leonardo Fiorentini. Il consigliere ecologista della Circoscrizione 1 è stato querelato per diffamazione dal sindacato di polizia per un articolo scritto sul proprio blog sul caso Aldrovandi-Coisp all’indomani del sit-in in piazza Savonarola del 27 marzo 2013, sfociato nella protesta di Patrizia Moretti scesa in strada con la foto del figlio morto.

A Fiorentini il segretario generale del Coisp Franco Maccari contesta “due fatti attributivi di una condotta non tenuta”, come si è espresso l’avvocato Eugenio Pini: “aver manifestato contro la madre di Federico Aldrovandi e aver utilizzato espressioni non continenti”. In quella lettera Fiorentini definì “vergognosa” l’azione del Coisp, una “prova che la crudeltà umana può non avere limiti”.

La pm Ombretta Volta aveva già chiesto l’archiviazione della querela lo scorso 26 novembre, sostenendo che “affermare che l’azione del sindacato Coisp sia stata l’espressione di crudeltà umana e di mancanza di umanità poggia su un dato incontrovertibile, ossia che la manifestazione è avvenuta, se non proprio sotto la finestra dell’ufficio dove lavora la madre di Aldrovandi, quantomeno davanti all’edificio in cui tale ufficio si trova”.  “In nessun passo dell’articolo – prosegue il pm – si colgono espressioni volgari, paragoni infamanti, insulti gratuiti”.

Non la pensa così il Coisp che aveva fatto opposizione alla richiesta di archiviazione, portando così il consigliere davanti al gip. “Abbiamo prodotto i volantini del sindacato e gli articolo di Estense.com – commenta l’avvocato difensore Alessandra Pisa dello studio Anselmo – nei quali a nostro avviso si confermano le impressioni scritte nel post incriminato. In particolare il resoconto degli interventi in seno al congresso del sindacato immediatamente successivo al sit-in, quando si mise addirittura in dubbio la veridicità della foto di Federico morto”.

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